Spazio di rappresentazione

Lo spazio di rappresentazione è una specie di “schermo mentale” su cui vengono proiettate le immagini derivanti dagli stimoli sensoriali, da quelli della memoria e da quelli prodotti dall’attività immaginativa della coscienza.

“Inoltre, la nostra preoccupazione non è rivolta al “problema dell’origine della rappresentazione dello “spazio” ma, al contrario, al problema dello “spazio” che accompagna ogni rappresentazione e nel quale si manifesta ogni rappresentazione. Ma poiché “lo spazio” di rappresentazione non è indipendente dalle rappresentazioni, non potremo rappresentare tale “spazio” se non come coscienza della spazialità in qualunque rappresentazione.” (1)

Questo “schermo di proiezione”, è formato dall’insieme delle rappresentazioni interne delle sensazioni cenestesiche e cinestesiche (sensi interni), pertanto corrisponde esattamente ai segnali provenienti dal corpo fisico e viene registrato come sommatoria di essi, come una specie di “secondo corpo”costituito da rappresentazioni interne. Corrisponde allo spazio di rappresentazione un registro visuale interno, per cui la sua composizione interna corrisponde alla struttura interna dell’occhio. Questo spazio oltre a possedere altezza e larghezza, possiede anche volume (profondità). E’ proprio in base alla profondità di collocazione dell’immagine che è possibile discriminare un fenomeno interno da uno esterno; in quest’ultimo caso si produce l’illusione che la rappresentazione, che è necessariamente interna, sia esterna come il fenomeno rappresentato. Nella misura in cui il livello di coscienza si abbassa, aumentano le dimensione quindi il volume dello spazio di rappresentazione e questo avviene in concomitanza con l’aumento dei registri dell’intracorpo. Invece, nella misura in cui il livello di coscienza si avvicina alla veglia, lo spazio di rappresentazione tende ad appiattirsi.Dobbiamo inoltre affermare che lo spazio di rappresentazione è sottomesso ai cicli o bioritmi che regolano l’intera struttura umana. Non esiste uno spazio di rappresentazione vuoto, cioè senza contenuti; è infatti grazie alle rappresentazioni che si ha sensazione di esso.

“Non abbiamo parlato di uno spazio di rappresentazione in se ne di un quasi-spazio mentale. Abbiamo detto che la rappresentazione in quanto tale non può rendersi indipendente dalla spazialità; ma con questo non abbiamo affermato che la rappresentazione occupi uno spazio. E’ la forma della rappresentazione spaziale ciò che prendiamo in considerazione. Stando così le cose se parliamo di “spazio di rappresentazione” senza riferirci ad una rappresentazionespecifica, è perché stiamo considerando l’insieme delle percezioni ed immagini (non visive) che danno l’esperienza vissuta ed il tono corporeo e di coscienza nel quale mi riconosco come “io”, nel quale mi riconosco come un “continuo”, nonostante il fluire ed il cambiamento che vado sperimentando. Quindi, lo “spazio di rappresentazione” è tale non perché sia un contenitore vuoto che debba essere riempito da fenomeni di coscienza, ma perché la sua natura è rappresentazione per cui, quando sorgono determinate immagini, la coscienza non può fare altro che presentarle sotto la formadell’estensione. In modo analogo, avremmo potuto insistere sull’aspetto materiale della cosa rappresentata, riferendoci alla sostanzialità, senza per questo parlare dell’immagine nel senso in cui si esprimono la fisica o la chimica. Ci saremmo riferiti, in quel caso, ai dati iletici, ai dati materiali che non sono la materialità stessa. E, ovviamente, a nessuno verrebbe in mente che la coscienza abbia un colore o che sia un contenitore colorato per il fatto che le rappresentazioni visive si presentano colorate.Ma nonostante tutto, sussiste una difficoltà. Quando diciamo che lo spazio di rappresentazione ha diversi livelli di profondità, è perché stiamo parlando di uno spazio volumetrico, tridimensionale, oppure perché la struttura percettivo-rappresentativa della mia cenestesi mi si presenta volumetricamente? E’ vera, senza alcun dubbio la seconda alternativa; ed è per questo che le rappresentazioni possono apparire in alto o in basso, a sinistra o a destra e avanti o indietro e che anche lo “sguardo” si colloca, rispetto all’immagine, in una prospettiva determinata.” (2)

La rappresentazione interna dello spazio mentale, che corrisponde alla traduzione in immagini visive delle sensazioni interne del corpo, permette le connessioni tra le produzioni della coscienza ed il corpo stesso. Questa connessione è necessaria perché il corpo possa muoversi coerentemente in una data direzione. Infatti un qualunque sistema di impulsiproveniente dai sensi, dalla memoria o dalla immaginazione, quando raggiunge lo spazio di rappresentazione, viene trasformato in una immagine che si colloca ad una certa altezza e ad una certa profondità di tale spazio; questa immagineagisce poi sui centri ed il tipo di centro messo in azione, e quindi il tipo di risposta, dipende proprio dalla collocazione dell’immagine nello spazio di rappresentazione.Quindi la coscienza servendosi dell’astrazione e dell’associazione, struttura le immagini dentro uno spazio di rappresentazione.


Silo,” Contributi al pensiero”, op. cit. pag. 233 – 234;
Silo, ibid. pag.255 – 256;

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